Interviste inaspettate

Costanza, coerenza, determinazione ... si può arrivare ovunque, ricordandosi delle sfide, non dimenticando le proprie radici, ringraziando chi ogni giorno fa parte del tuo progetto. 

Io in questa nuova grande opportunità ci metto la faccia, cuore e tanta gratitudine. Quando mi hanno chiesto “A chi dedica questi primi tre anni e mezzo di Moma ? “, senza pensarci troppo ho risposto “al coraggio”.

Al coraggio di chi ogni giorno lavora a testa bassa al mio progetto, di chi mi sostiene nelle scelte, di chi mi critica senza sapere, di chi mi è stato accanto dall’inizio, di chi mi ha dato fiducia, di chi è stato in grado di scommettere quando ancora non c’erano i presupposti, al coraggio della mia famiglia, dei miei amici ma sopratutto dei miei collaboratori di starmi accanto.

Un’intervista che non mi aspettavo, domande precise, alcune severe, altre più “morbide”, raccontarsi non è sempre facile, è come guardarsi allo specchio la mattina senza trucco, senza inganno. Provare a ripercorrere la strada fatta in questi anni, sembrano pochi, per me, una vita, raccontare le difficoltà senza giri di parole, spiegare le paure, descrivere i successi inaspettati e quelli fortemente voluti, parlare dei progetti futuri, delle ambizioni e dei sogni, insomma mettersi a nudo davanti a chi ha una penna, oramai un I Pad, per trascrivere ed interpretare le tue parole.

La parte più complessa, il dover parlare di me, raccontare i miei pregi e i miei mille difetti, le mie giornate, le mie abitudini, argomentare le mie scelte in ufficio come nella vita personale. A tratti decisa, spesso prolissa, non ci si poteva aspettare altro, leggermente commossa su alcune domande, insomma io.

Non ci resta che aspettare l’uscita di questa intervista e commentarla insieme nei primi mesi del 2020, quindi, ho qualche settimana per respirare a pieni polmoni.

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